Sono entrata in magistratura nel 1978 e da allora ho svolto quasi tutte le funzioni giudicanti e requirenti del magistrato penale nel circondario di Milano; mi sono inoltre occupata della formazione iniziale e permanente dei magistrati, in qualità di componente del Comitato direttivo della Scuola per la magistratura e di formatrice decentrata.
Credo che il processo penale orale e pubblico, in contraddittorio fra le parti, sia ancora il mezzo migliore per accertare i fatti, sentire le ragioni dell’accusa e della difesa, offrire ascolto e talora tutela alle vittime e giungere ad una assoluzione o ad una affermazione di responsabilità il più possibile “equa”.
Ma credo anche che sia assolutamente necessario sperimentare percorsi alternativi di composizione dei conflitti tra autori e vittime dei reati, introducendo istituti quali quello della giustizia riparativa, non solo nella fase esecutiva delle pene, ma anche in quella di cognizione dei reati.
Della Rete per i Diritti penso…
La Rete può svolgere un ruolo importante nell’informazione e nella crescita culturale della società civile su queste tematiche e sulla tutela dei diritti. Confido che dall’incontro e dall’impegno concreto di differenti professionalità che operano nella società civile e nel mondo della giustizia possano nascere spunti efficaci per una maggiore tutela sostanziale dei diritti e della legalità e sono quindi molto contenta di poter dare il mio contributo in questa direzione.